SCARPONE DELLA PACE
Equilibrismi dell’Anima
di e con Claudia Contin Arlecchino
musiche: Luca FantinuttiNOVITÀ 2023-2024
Protetto SIAE – codice opera 952747 A
Produzione: Porto Arlecchino, Maravee Projects, Comune di Montereale Valcellina
Distribuzione e agibilità: Cooperativa Ortoteatro di Pordenone
“Scarpone della Pace” è il poema toccante ma simpatico di Ada, una nonna bambina, che assieme al trisavolo Cenci attraversa le guerre e le persone in cerca di segni di Pace. Un equilibrismo di Anime che raccontano e si interrogano. Gli amici della storia del Novecento consegnano all’acuta ingenuità della piccola Ada la testimonianza dei loro sguardi puliti. I pensieri di Ungaretti, Schiele, Lorca, Benjamin, Artaud, diventano i giochi con cui questa Bimba Arlecchino racconterà alle genti del futuro la Pace degli Eterni Fanciulli.
Abbiamo conosciuto le storie delle grandi guerre mondiali dai nostri nonni (quei pochi che erano tornati) e soprattutto dalle nostre nonne, che raccontavano dei mariti e dei figli perduti. Ciò che tornava a casa, ci dicevano le nonne, era la piastrina di riconoscimento e, forse, i loro scarponi. Lo scarpone che tornava era segno che tutto era finito, che il cammino di chi lo aveva portato si era fermato, ma che la preziosa protezione dei piedi (dal gelo, dal fango umido, dai rovi o dal filo spinato) poteva di nuovo essere lasciata in eredità ai figli e ai nipoti, per la cura dei campi e delle montagne in tempi di pace. Una pace così sofferta si sarebbe dovuta onorare portandola ai piedi delle generazioni future. Se anche i figli non erano tornati, erano le nonne a portare gli scarponi nei campi o negli orti, dapprima riempiendoli di bende di cotone per metterli a loro misura, poi usandoli come contenitori del frumento raccolto, dei semi, dei fagioli da piantare. Ed è per questo che ogni primavera, gli scarponi appesi al chiodo fuori dalla porta di casa, cominciavano a germogliare, rallegrando gli usci, i balconi, le scale del patio, come una pacifica primavera fertilizzata dal sangue degli uomini e dal sudore delle donne.
Tra i racconti delle nonne contadine, appaiono anche le figure di poeti e artisti di tutta Europa che, da semplici soldati senza grado e medaglie, hanno usato i loro scarponi per consegnare al futuro parole e bozzetti dell’umanità ferita e sofferente di un tragico momento storico. In particolare Ungaretti e Schiele, nemici per casualità storica durante il primo conflitto mondiale, sono riuniti in un corpo unico, con la parola ermetica dell’uno e la gestualità espressionista dell’altro. Schiele morì di febbre spagnola alla fine di quella guerra, ma con i corpi scavati e prosciugati dei suoi dipinti, sembrava aver già previsto e disegnato l’inimmaginabile tragedia umana del secondo conflitto mondiale. Ungaretti sopravvisse al primo conflitto e dovette affrontare anche il secondo, continuando a testimoniare l’orrore incessante delle guerre attraverso la sua intensa poesia ermetica, senza mai smettere di sognare una Pace possibile, come scrisse: “Cerco un Paese innocente”!
Claudia Contin Arlecchino è autrice, attrice, regista e artista figurativo, conosciuta in tutto il mondo come prima donna a interpretare il carattere maschile di Arlecchino sin dal 1987. Ha già pubblicato numerosi testi teatrali, saggi e ricerche di antropologia teatrale, tradotti in varie lingue. Dal 1989 al 2014 ha collaborato col Teatro Tascabile di Bergamo per la distribuzione dei suoi spettacoli in tutto il mondo. Dal 1990 al 2015 è stata co-fondatrice e direttore didattico della “Scuola Sperimentale dell’Attore” a Pordenone. Dal 1997 al 2018 è stata direttore artistico del festival annuale internazionale “L’Arlecchino Errante”. Nel 2007 ha fondato il laboratorio d’arte e artigianato “Porto Arlecchino”, che conduce in collaborazione col grafico, fotografo e musicista Luca Fantinutti in agibilità con Doc Servizi. Dal 2015 collabora con la coopertiva Ortoteatro di Pordenone che distribuisce gli spettacoli assolo di Claudia Contin Arlecchino.
Durata Spettacolo: 1 ora e 15 minuti ca.
Montaggio: minimo 5 ore prima dello spettacolo
Smontaggio: 1 ora dopo lo spettacolo
Esigenze Tecniche Minime:
Inquadratura nera e palco rialzato, salvo variabili da valutare
Spazio scenico: min. 5 m. larghezza x 5 m. profondità
Scaletta centrale di discesa dal palco in platea
Piazzato luci regolabile su tutto lo spazio scenico e proscenio
Possibilità di illuminazione regolabile della platea
Mixer luci e audio posizionabili nei pressi dello spazio scenico
Camerino riscaldato, con bagno e lavandino
Service audio definibile previo accordi e sopralluoghi – Richiedere scheda tecnica
All’occorrenza lo spettacolo è molto adattabile a dotazioni tecniche differenti e a spazi alternativi, anche all’aperto, previo adeguato preavviso ed eventuali sopralluoghi.
Informazioni e Contatti:
PORTO ARLECCHINO
Via Meduna 61 – 33170 Pordenone Italia
tel. +39 340 4723421 WA
email: info@portoarlecchino.com
sito web: www.portoarlecchino.com
Agibilità, permessi SIAE, contratti e fatturazioni:
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