ANTENATI DI ARLECCHINO
Cavalcata buffa nella poesia e nell’iconografia dal Medioevo al Rinascimento
di e con Claudia Contin Arlecchino
musiche: Luca FantinuttiNOVITÀ 2023-2024
Protetto SIAE
Produzione: Porto Arlecchino, Theatermuseum di Vienna, Fondazione Pordenonelegge
Distribuzione e agibilità: Cooperativa Ortoteatro di Pordenone
“Antenati di Arlecchino” è uno spettacolo dedicato agli antichi linguaggi poetici e grotteschi che hanno preceduto e accompagnato il fenomeno della Commedia dell’Arte. I versi comicamente letti, declamati, cantati e commentati da Arlecchino, provengono da documenti importanti della storia e della letteratura italiana e dei suoi inter scambi d’oltralpe. Esattamente come i giullari e i comici italiani viaggiavano continuamente dalle molte corti italiane verso quelle di Parigi, di Vienna e della Spagna e del resto d’Europa, così è accaduto anche alla poesia e alla musica di quei secoli, ove l’estetica del buffo e del goliardico aveva già raggiunto nel secondo Duecento vette artistiche davvero incantevoli. Persino il Petrarca, considerato il fondatore precursore dell’Umanesimo, ci lascia lo straordinario esempio bucolico del sonetto “Zefiro torna”, poi musicato e sviluppato in forma di frottola dal musicista rinascimentale Bartolomeo Tromboncino (1470-1535). E soprattutto Cecco Angiolieri, ci offre i versi ribelli di “Se Fossi Foco”, considerati come la più raffinata forma caricaturale del Dolce Stil Novo. All’inizio del Trecento persino Dante descrisse nel XXI canto del suo Inferno un simpatico Alichino insieme ad altri nove diavoli buffi, antenati dei caratteri buffi della futura Commedia Rinascimentale con le Maschere. Contemporaneamente in Francia il personaggio di Hellequin, altro nome archetipico di Arlecchino, veniva descritto nel famoso poema “Roman de Fauvel”, in versi “ottosillabici” dal ritmo incalzante, pensati per il chiassoso corteo originario pieno di uomini mascherati degli charivari, antesignani di tutti i nostri mascherati carnevali europei. Boccaccio stesso, che più tardi scelse l’appellativo di “Divina” per la Comedia del Maestro Dante, seppe inseguire, con le sue novelle e la sua poetica, le immagini grottesche che il Medioevo stava lasciando in eredità all’Umanesimo e poi al Rinascimento.
E così, i Comici rinascimentali, degni eredi di cantastorie e giullareschi menestrelli, si dedicarono spesso alla recitazione buffa in versi: abbiamo anche la chicca di un sonetto plurilinguistico lasciatoci da quel poliglotta affabulatore che fu il primo Arlecchino teatrale Tristano Martinelli da Mantova (1557-1630). All’alba del Seicento, i comici italiani erano ormai drammaturghi e poeti di se stessi, scafati maestri di dialettica, di comicità e di bellezza, tanto da influenzare l’opera di grandi scrittori d’oltralpe come Molière e Shakespeare.
Uno spettacolo coinvolgente
Le ricerche musicali di Luca Fantinutti, con arrangiamenti di temi dal Duecento ai giorni nostri, accompagnano le coreografie dell’Arlecchino trasformista sulla scena e i canti di antichi poemi e sonetti. La scenografia è ambientata in un’osteria popolaresca, ispirata al dipinto “Danza in Trattoria” di Jean Miel (1599-1664) in cui una compagnia di comici in maschera offre musica e danze in cambio di un pasto caldo. Tra botti semoventi, cesti di mele delle tentazioni e fiaschetti di vino dell’euforia, Arlecchino riporta in vita gli spiriti dei suoi Antenati, che declamano sonetti e cantano serenate alle signore del pubblico. Per richiamare la sua famiglia di Revenant, Arlecchino organizza persino, con tutti gli spettatori, degli scatenati concerti di percussioni e allegre “Danze Macabre”, ispirate agli affreschi della chiesa di San Vigilio di Pinzolo in Trentino, realizzati nel 1539 da Simone Baschenis. Nel tentativo di re-imparare a volare come i demoni buffi della Malabolgia dantesca, arlecchino cambia costumi, piume e maschere in un caleidoscopio di apparizioni comiche e poetiche, fino alla frugale ma piacevole condivisione del pasto finale a base di vino e mele per tutti.
Claudia Contin Arlecchino è autrice, attrice, regista e artista figurativo, conosciuta in tutto il mondo come prima donna a interpretare il carattere maschile di Arlecchino sin dal 1987. Ha già pubblicato numerosi testi teatrali, saggi e ricerche di antropologia teatrale, tradotti in varie lingue. Dal 1989 al 2014 ha collaborato col Teatro Tascabile di Bergamo per la distribuzione dei suoi spettacoli in tutto il mondo. Dal 1990 al 2015 è stata co-fondatrice e direttore didattico della “Scuola Sperimentale dell’Attore” a Pordenone. Dal 1997 al 2018 è stata direttore artistico del festival annuale internazionale “L’Arlecchino Errante”. Nel 2007 ha fondato il laboratorio d’arte e artigianato “Porto Arlecchino”, che conduce in collaborazione col grafico, fotografo e musicista Luca Fantinutti in agibilità con Doc Servizi. Dal 2015 collabora con la coopertiva Ortoteatro di Pordenone che distribuisce gli spettacoli assolo di Claudia Contin Arlecchino.
Durata Spettacolo: 1 ora e 15 minuti ca.
Montaggio: minimo 5 ore prima dello spettacolo
Smontaggio: 1 ora dopo lo spettacolo
Esigenze Tecniche Minime:
Inquadratura nera e palco rialzato, salvo variabili da valutare
Spazio scenico: min. 5 m. larghezza x 5 m. profondità
Scaletta centrale di discesa dal palco in platea
Piazzato luci regolabile su tutto lo spazio scenico e proscenio
Possibilità di illuminazione regolabile della platea
Mixer luci e audio posizionabili in fondo alla platea
Camerino riscaldato, con bagno e lavandino.
Service audio definibile previo accordi e sopralluoghi – Richiedere scheda tecnica
All’occorrenza lo spettacolo è molto adattabile a dotazioni tecniche differenti e a spazi alternativi, anche all’aperto, previo adeguato preavviso ed eventuali sopralluoghi.
Informazioni e Contatti:
PORTO ARLECCHINO
Via Meduna 61 – 33170 Pordenone Italia
tel. +39 340 4723421 WA
email: info@portoarlecchino.com
sito web: www.portoarlecchino.com
Agibilità, permessi SIAE, contratti e fatturazioni:
ORTOTEATRO Soc. Coop.
Sede legale: Viale Grigoletti 72/E
33170 – Pordenone PN Italia
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