Aganacanta – la musica è un unguento della natura
Aganacanta – la musica è un unguento della natura
Residenza Artistica a Porto Arlecchino
per produzione nuovo spettacolo
DATA
dal 26 al 31 Agosto 2024
INFORMAZIONI:
+39 340 4723421
staff@portoarlecchino.com
DESCRIZIONE
Dal 26 al 31 Agosto 2024 il laboatorio Porto Arlecchino ospita il coro femminile Ensemble Armonia e un duo di arpa e chitarra per una residenza artistica di musica, canto, prove teatrali per la produzione del nuovo spettacolo AGANACANTA. Il debutto internazionale è previsto il 7 settembre 2024 in occasione dell’anteprima del festival “Tra Laico e Profano 2024” nello splendido contesto di archeologia industriale della Ex Centrale Idroelettrica “Antonio Pitter” di Montereale Valcellina.
“Aganacanta” è un concerto accompagnato da letture e coreografie dedicate ad antiche figure femminili che hanno votato la propria esistenza alla cura del rapporto spirituale tra umanità e natura. Donne compositrici, donne esperte di medicina, donne esperte di botanica, come la monaca benedettina Hildegard von Bingen (1098-1179). Questa profetessa medievale, oggi dichiarata “Dottore della Chiesa”, seppe sviluppare e gestire i suoi numerosi talenti di guaritrice, erborista, naturalista, cosmologa, gemmologa, filosofa, artista, poetessa, drammaturga, musicista, linguista e consigliera politica, giungendo a fondare ed erigere un monastero indipendente per il suo gruppo di sorelle benedettine. Si dice che le sue composizioni per cori femminili fossero un toccasana per lo spirito e per il corpo.
Dall’altra parte le antiche figure archetipiche delle Agane che sono tutt’oggi sono percepite come selvatiche abitatrici dei boschi pedemontani, protettrici delle acque dolci e delle sorgenti, consigliere delle società contadine nel loro evolversi in società industriali e post-industriali, curatrici delle madri e dei cuccioli dell’umanità in divenire.
Si dice che il canto delle Agane faccia accapponare la pelle. Si dice che, più che un suono, la loro voce è come un brivido dell’anima. Il cappellano musicista Giorgio Mainerio (1535-1582) nel Cinquecento era solito girare per i boschi montani del Friuli proprio per ascoltare questo brivido dei canti delle Agane: una dedizione alle testimonianze femminili che gli costò un’indagine istruttoria da parte del tribunale aquileiese dell’inquisizione, poi lasciata decadere. Così il musico continuò ad ascoltare e ci lasciò la famosa musica Schiarazula marazula che pare essere stata ispirata da danze di donne durante riti agresti notturni.
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